Tavola rotonda: "L’ascolto del territorio per un nuovo volto della città: vivibilità, bellezza ed inclusione delle periferie urbane ed esistenziali”
Il Territorio come Casa Comune
Conduce:
Gian Luigi Bulsei - sociologo dell'Università del Piemonte Orientale
Relatori:
Alfredo Mela - Sociologo del territorio - Politecnico Torino
Silvia Crivello - Coautrice del “Rapporto su Torino” Politecnico Torino
Chiara Tintori - Redattrice di “Aggiornamenti Sociali”
Introduzione del Prof. Gian Luigi Bulsei
«L’aria della città rende liberi. Così si pensava nell’antica Grecia e così diceva un proverbio
tedesco dell’età medievale; così si è creduto fino al grande esodo rurale dell’età
contemporanea. In un mondo prevalentemente rurale, i contadini che si trasferivano in
città potevano liberarsi dai vincoli di subordinazione e dipendenza ai quali dovevano sottostare nelle campagne, caratterizzate in larghissima parte dal sistema gerarchico di tipo feudale. Si andava in città per evadere da un mondo duro e ingiusto, per cercare fortuna, per sperare in un destino migliore, spesso trovando in realtà altro disagio e solitudine. Ma così è stato, e così in parte avviene ancora oggi, se pensiamo alle moltitudini di uomini soli che nelle città cercano di sbarcare il lunario, magari raccattando le briciole di una società urbana consumistica e distratta» (Rossano Pazzagli, docente di Storia del territorio e dell’ambiente all’Università del Molise).
Ovviamente “aria” è da intendersi come clima sociale e culturale, che fa di una città un
sistema ricco e complesso in termini di risorse, opportunità, relazioni: uno spazio fisico e
sociale da tempo al centro della riflessione sociologica (a partire da Weber e Simmel).
Come sono oggi le nostre città? Tranne rare eccezioni (buone pratiche), gli agglomerati
urbani sono diventati sempre più congestionati, inquinati, energivori, insicuri, o almeno
vengono percepiti come tali…Una concezione semplificata e fuorviante di economia senza
luoghi implica che le città e i territori cerchino di crescere a scapito dei beni comuni,
aumentando i rischi di crisi ambientale ed esclusione sociale.
Il territorio offre un’importante chiave di lettura della società: l’organizzazione delle attività
produttive e sociali è ad un tempo un fattore di strutturazione dei sistemi locali ed il
risultato non deterministico delle sue specificità. Il paesaggio è una efficace proiezione
spaziale e temporale di ciò che siamo, fatta di linee tracciate e percorse, esperienze e sentimenti del luogo al quale ci si sente di appartenere: un sistema vitale di risorse e relazioni conosciuto, vissuto, dotato di identità e storia, prodotto dall’incontro tra natura e cultura.
Ai nostri competenti relatori chiederemo di aiutarci a guardare alla città con le lenti concettuali delle scienze sociali, alla ricerca di tracce di cooperazione e di inclusione tra le persone che si muovono sulla scena urbana: quali problemi, attori, processi? Quali centri e margini funzionali ed esistenziali? La città come luogo di inevitabili squilibri socioambientali o Casa Comune di cui avere cura?